I SODI DI S. NICCOLÒ INDOSSA LO SMOKING PER FESTEGGIARE LE SUE 40 VENDEMMIE
40 vendemmie, 40 anni di storia. Era il 1977 quando fu imbottigliato per la prima volta I Sodi di S. Niccolò, il Supertusacan di Castellare di Castellina a base di Sangioveto e Malvasia nera, due vitigni autoctoni del Chianti Classico.
Dalla prima vendemmia ad oggi (solo l’annata 1978 non è stata imbottigliata) I Sodi di S. Niccolò ha collezionato riconoscimenti sempre più importanti. Il Supertuscan di Castellare è stato infatti il primo vino italiano inserito nella Top 100 del 1988 (la prima) di Wine Spectator con l’annata 1985; replica nel 1989 con l’annata 1986. Inoltre, di recente, ha conquistato per ben due volte, prima con l’annata 2013 e poi nuovamente quest’anno con la 2016, il titolo di primo vino italiano sommando i punteggi della critica italiana ed estera. L’annata 2016 de I Sodi di S. Niccolò è risultata, infatti, prima con un totale di 960 punti (98 da Antonio Galloni, 96+ da Robert Parker, 96 da Wine Spectator, 95 da James Sucking più i punteggi delle cinque maggiori guide italiane), seguita da Solaia con 958,5 punti e Sassicaia con 956.
Non tutti sanno che a battezzare questo vino fu il grande Luigi Veronelli. “Con

Luigi Veronelli aveva assaggiato la prima annata, quella del 1977. Da allora sono seguite 40 vendemmie che hanno consolidato negli anni il successo di questo Gran Cru.
“L’annata 2017 – spiega Alessandro Cellai, enologo di tutte e 4 le aziende del gruppo Domini Castellare di Castellina – aggiunge alle caratteristiche strutturali proprie de I Sodi di S. Niccolò, una grande freschezza e longevità: il vino si presenta immediatamente di grande struttura, sia olfattiva sia gustativa, e ha una vena acida decisamente marcata che lo rende lungo e persistente, atto ad essere un vino da lunghissimo invecchiamento, ideale per celebrare 40 Vendemmie”.



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