I SODI DI S.NICCOLÒ ANCORA UNA VOLTA NEI TOP 100 AL MONDO
Il Super Tuscan di Castellare di Castellina scala ancora le classifiche della critica internazionale.I Sodi di S. Niccolò conquista ancora una volta una posizione importante nella Top 100 mondiale di Wine Spectator, e debutta nella prima Top 100 mondiale di Vinous del quotatissimo Antonio Galloni. Un grande risultato per l’annata 2020 che, tra l’altro, segna le 35 vendemmie trascorse dalla 1985 quando I Sodi di S. Niccolò è stato nella prima Top 100 mondiale di Wine Spectator pubblicata nel 1988 al 6° posto assoluto. Risultato replicato l’anno successivo, con l’annata 1986, e ribadito oggi nella Top 100 2024 di Wine Spectator confermando così la capacità di fare grandi vini di Alessandro Cellai, enologo e vicepresidente di Domini Castellare di Castellina.
Nato nel 1977, I Sodi di S. Niccolò è stato il 4° Supertuscan in ordine di nascita. Furono battezzati così dalla rivista inglese Decanter i grandi vini del Chianti Classico che, per avere la più alta qualità, uscirono dalla DOC diventando vini da tavola, così da non essere costretti dall’allora disciplinare di produzione, a utilizzare anche uva bianca. Prodotto esclusivamente con vitigni autoctoni, 85% di Sangioveto e 15% di Malvasia Nera provenienti dai due migliori Cru della proprietà, fa parte dell’Associazione Historical Supertuscan. A battezzarlo I Sodi di S. Niccolò fu il grande critico, filosofo e scrittore Luigi Veronelli.
Oltre a I Sodi di S. Niccolò, sono stati nei 100 Top mondiali altri 3 vini di Domini Castellare di Castellina e cioè Chianti Classico 2017 di Castellare, Le Sughere di Frassinello 2009 di Rocca di Frassinello e il Nero d’Avola Versace 2015 di Feudi del Pisciotto.
Cenni storici
“Un giorno – racconta Paolo Panerai, fondatore di Castellare di Castellina – con Gino stavamo scendendo dalla cantina verso la vigna più bella della proprietà. Quella che i vecchi mezzadri avevano battezzato vigna de’sodi, per il terreno particolarmente duro e ricco di pietre: il migliore per fare il vino. Sulla destra della discesa c’è la Chiesa di S. Niccolò del 1300, circondata da un’altra vigna con la stessa tipologia di terreno che i mezzadri avevano battezzato come il santo. Lui si fermò e mi disse: ‘Paolo, ecco il nome per quel vino straordinario che mi hai fatto assaggiare: chiamalo I Sodi di S. Niccolò, ma con la ‘I’ davanti, mi raccomando. Perché quello, e solo quello, sarà il vino che porterà questo nome”. Luigi Veronelli aveva assaggiato la prima annata, quella del 1977.
I SODI DI S.NICCOLÒ 2020
Il giudizio di Antonio Galloni – Vinous (97+/100)
L’annata 2020 de I Sodi di San Niccolò è favolosa. Un vino raro che offre potenza, finezza ed energia al tempo stesso. Il tutto in perfetto equilibrio. Non ho ricordi di un Sodi come questo, così completo e seducente fin dal primo sorso. Petali di rosa, lavanda, spezie, scorza d’arancia e salvia arrivano per primi. Ciò che mi colpisce di più della 2020 è la finezza del tannino, una caratteristica che ho visto molto raramente nei Sodi in questa fase iniziale. Magico. Notevole sotto ogni aspetto. Da bere: 2028-2050
Il giudizio di Bruce Sanderson – Wine Spectator (97/100)
Ricco di aromi e sapori di ciliegia matura e succosa, mora, melograno e fiori, questo rosso è morbido e splendidamente integrato. Accenni di terra, ferro e tabacco aggiungono dettagli, mentre si esaurisce nel retrogusto risonante mostrando un’energia formidabile. Sangioveto e Malvasia Nera. Darà il meglio di sé dal 2026 al 2043.
Le note di degustazione dell’enologo Alessandro Cellai
“I Sodi di S. Niccolò 2020 si distingue per una grande intensità olfattiva e una trama fitta ed elegante di tannini dolci e setosi. La spalla acida del Sangioveto dona grande freschezza e rende il sorso particolarmente piacevole e croccante, con un finale lungo e di grande persistenza. Pronto nell’immediato ed al contempo adatto ad un lunghissimo affinamento”.
La vendemmia 2020
L’inverno 2020 nel Chianti Classico è stato piuttosto mite, con un conseguente anticipo del germogliamento cui è seguita una primavera piuttosto fresca che ha garantito una corretta prosecuzione della stagione vegetativa delle piante. L’estate è stata mediamente calda ma senza picchi termici eccessivi, con sporadiche piogge che hanno contribuito ad un benefico abbattimento delle temperature, principalmente nel mese di settembre. La vendemmia è stata completata nella prima settimana di ottobre.
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