TERZA EDIZIONE DEL DCC GLOBAL TASTING PER FESTEGGIARE LE 40 VENDEMMIE DE I SODI DI S. NICCOLO’

Grande partecipazione alla terza edizione del Digital Global Tasting organizzata da Domini Castellare di Castellina per festeggiare le 40 vendemmie de I Sodi di S. Niccolò, il Supertuscan di Castellare di Castellina. Giovedì 27 maggio, 230 operatori del settore si sono collegati in contemporanea da 4 continenti, sfidando i fusi orari, per scambiarsi pareri sull’annata 2017 de I Sodi di S. Niccolò, ma anche sulle nuove annate di altri due Grand Cru delle aziende DCC: Rocca di Frassinello 2017, vino porta bandiera dell’omonima cantina in Maremma Toscana, e L’eterno 2016, vino di punta della cantina siciliana Feudi del Pisciotto.

Ad introdurre il tasting, Paolo Panerai, Presidente del gruppo DCC, che ha poi lasciato la parola all’enologo e vice presidente esecutivo, Alessandro Cellai, e al celebre Wine Expert italiano Daniele Cernilli di Doctor Wine che con Cellai ha condotto la degustazione.



A presentare la nuova annata de I Sodi di S. Niccolò, che quest’anno celebra le sue 40 Vendemmie, l’enologo Alessandro Cellai che ha raccontato la storia di questo Supertuscan realizzato esclusivamente con vitigni autoctoni: 85% di Sangioveto e 15% di Malvasia Nera provenienti dai due migliori Cru di Castellare. Cellai ha sottolineato come la 2017 sia stata un’annata non facile “perché caratterizzata da un periodo di siccità molto lungo e da temperature piuttosto elevate. Tuttavia, grazie alla collocazione geografica molto favorevole dei vigneti, il vino ha raggiunto un equilibrio straordinario”.

Daniele Cernilli di Doctor Wine ha esordito dicendo di aver assaggiato tutte le annate de I Sodi di S. Niccolò, dal 1977 ad oggi, e di trovare la 2017 “un’annata di grandissima eleganza con un naso complesso e un equilibrio dinamico tra i due elementi fondamentali del vino: l’acidità e i tannini. Un equilibrio difficile da raggiungere nelle annate calde, quando di solito sono i tannini a prevalere. I Sodi è un vino elegante, molto lungo nel palato e persistente. Il legno non è evidente e questo è un altro elemento importante. E’ facile da bere ed esprime in maniera eccellente il terroir del Chianti Classico. Per questo la critica italiana ed estera lo ha sempre premiato con rating altissimi”.

I Sodi di S. Niccolò è stato infatti il primo vino italiano inserito nella Top 100 del 1988 (la prima) di Wine Spectator con l’annata 1985; replica nel 1989 con l’annata 1986. Di recente ha conquistato per ben due volte, prima con l’annata 2013 e poi nuovamente quest’anno con la 2016, il titolo di primo vino italiano, sommando i punteggi della critica italiana ed estera. L’annata 2016 de I Sodi di S. Niccolò è risultata prima con un totale di 960 punti (98 da Antonio Galloni, 96+ da Robert Parker, 96 da Wine Spectator, 95 da James Sucking più i punteggi delle cinque maggiori guide italiane), seguita da Solaia con 958,5 punti e Sassicaia con 956.



Il tasting è proseguito con la degustazione de L’eterno, il 100% Pinot Nero della cantina siciliana Feudi del Pisciotto. “La 2016 in Sicilia è stata una delle migliori vendemmie degli ultimi 25 anni – ha sottolineato Cellaiperché è stata un’annata mite, rinfrescata dalla brezza marina che ventilava i vigneti di Feudi, soprattutto quelli più alti, dove appunto si coltiva il Pinot Noir. E i risultati sono stati straordinari”.

“E’ molto insolito coltivare il Pinot Nero in Sicilia – ha esordito Cernillieppure con L’eterno avete fatto un ottimo lavoro. Al naso si percepiscono accenni balsamici che sono tipici del Pinot nero mediterraneo. Oltre all’acidità, l’Eterno sfodera una rotondità non comune e questa è un’altra caratteristica dei vini mediterranei. E’ un vino che ha un finale caldo e risulta molto piacevole al palato. Insomma, Pinot Noir sì, ma con un carattere siciliano perfettamente riconoscibile”.



Dalla Sicilia di nuovo in Toscana per assaggiare Rocca di Frassinello 2017, le Grand Vin dell’omonima cantina nata in Maremma da una joint-venture tra Castellare di Castellina e Chateau-Lafite. A presentare il vino, Alessandro Cellai che ha sottolineato come la 2017 è stata un’annata difficile anche in Maremma. Tuttavia, anche in questo caso, grazie alle brezze marine e alla forte escursione termica che hanno mitigato il clima, è stato possibile ottenere degli ottimi risultati.

“La caratteristica più evidente di questo vino – ha sottolineato Cernilliè la concentrazione: il Sangiovese è più maturo rispetto a quello del Chianti Classico e così anche il Cabernet e il Merlot. Questo perché la Maremma è una terra assolata e i vini di Rocca di Frassinello esprimono perfettamente questo carattere mediterraneo. L’annata 2017 in bocca è calda, i tannini si sentono ma non sono aggressivi, sono molto vellutati”.



Al termine della degustazione, Paolo Panerai ha parlato degli uccellini di Castellare, che dalla prima annata appaiono sulle etichette, simbolo dell’impegno quotidiano per una viticoltura sostenibile già da 40 anni. In occasione delle 40 vendemmie è stata realizzata un’edizione limitata de I Sodi di S. Niccolò in grandi formati da 15 e 18 Litri, che ripropone in etichetta i 40 uccellini delle 40 annate de I Sodi di S. Niccolò. Il primo esemplare di entrambi i formati verrà battuto all’asta da Christie’s London nel mese di settembre. Ad accompagnare queste bottiglie da collezione sarà un libro d’arte di grande formato, in italiano, inglese e cinese, stampato al torchio e numerato, che raccoglie i disegni originali degli uccelli realizzati da John Gould (1804-1881), uno dei più grandi ornitologi dell’epoca vittoriana, riprodotti sulle etichette de I Sodi di S. Niccolò dal 1977 ad oggi.