"Questa è la storia di una passione e delle persone che l'hanno animata. È una storia di vini e di grandi territori, non solo d’Italia, ma del mondo. Una storia che viaggia attraverso la Francia per prendere corpo in Toscana, con la sua campagna disegnata dalla mezzadria, e spingersi fino ai confini più estremi della Sicilia, a un crocevia fra terra e mare e fra tante e diverse culture."
Paolo Panerai
La prima annata di Castellare di Castellina risale al 1977. In etichetta compare un Cardellino (Carduelis carduelis). La decisione di usare questo delizioso uccellino, così comune nelle campagne toscane e anche tanto celebre nell'iconografia (si pensi alla Madonna col Cardellino di Raffaello) venne presa non solo per rendere omaggio alla sua bellezza, ma per una precisa scelta di quella che viene oggi chiamata vision o filosofia produttiva. In Chianti, infatti, quel che più di ogni altra cosa mette in pericolo la fauna avicola, locale o di passo, non è già la caccia, quanto il ricorso ai pesticidi, così diffuso per le coltivazioni intensive e specializzate come quelle della vite. La decisione di Castellare di Castellina, che ha anticipato scelte simili poi intraprese da altre aziende, è stata quella di evitare il ricorso a erbicidi, pesticidi e ad ogni genere di prodotto chimico sistemico. Da quella primissima etichetta, ogni nuova annata dei vini di Castellare di Castellina, omaggia una delle tante specie d'uccelli che rendono più colorata e più melodiosa la campagna chiantigiana e che il trattamento indiscriminato di prodotti chimici di sintesi mette a rischio. Una scelta ecologica che è stata poi estesa a tutte le altre aziende di Domini Castellare di Castellina.
Ispirata dalla vision originale di Castellare di Castellina, Rocca di Frassinello ha ulteriormente proseguito sul cammino della sostenibilità.
Sostenibilità
In coerenza con la vision sviluppata a Castellare di Castellina e a Rocca di Frassinello, Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare si sono spinte ancora oltre nel farsi attivamente promotrici di un forte impegno sociale nei confronti del territorio che le ospita.
Impegno sociale
Dopo aver camminato tra le vigne di Rocca di Frassinello, David LaChapelle si è innamorato dell’azienda maremmana. Appena rientrato dal viaggio in Toscana, nel suo studio di Los Angeles, l’ispirazione del grande fotografo pittore è stata immediata: «Devo assolutamente esprimere in immagine il rispetto per il vino e la sua storia, l’estetica, l’umiltà e la ricerca di perfezione, la stessa del fare arte, che ho avvertito tra le persone al lavoro nella cantina progettata da Renzo Piano» racconta LaChapelle. È nato così, Rapture of the Grape, l’opera realizzata da questo maestro, già allievo di Andy Warhol, dalla quale è tratta l’edizione limitata di bottiglie di Rocca di Frassinello a celebrazione delle prime 10 Vendemmie dell’azienda. In esposizione permanente a Rocca di Frassinello, l’opera Rapture of the Grape rappresenta, nei toni caldi e accesi della Maremma, un’estasi dell’uva tra vigna e spirito, in ode al vino, che salva ed illumina come il divino e come l’arte. Rivoluzionaria anche la tecnica usata da LaChapelle, segnando un ritorno al lavoro analogico, dal ritmo lento, come quello della vinificazione, attraverso il taglio delle negative a colori, eco del taglio delle uve dell’enologo, poi assemblate con lo scotch e dipinte a mano, in un collage finale che allude al blend di Rocca di Frassinello. Per l’edizione limitata il vetro della bottiglia si fa tela, ad accogliere il romance di Rapture of the Grape, che lo colora e lo anima come fosse un rosone di cattedrale, attraverso la fusione degli sfondi neri dell’opera e della bottiglia, in un successo di tecnica ed estetica.
Scopri di più"Il vino, nella nostra cultura, ha il grande potere di unire le persone e creare connessioni e legami. Con la prima verticale globale in quattro continenti, grazie alla tecnologia di British Telecom, siamo riusciti a farlo ai massimi livelli. Capitano verticali con gente di vari paesi, ma nel nostro evento c'erano tavoli con I Sodi di S.Niccolò e Baffonero da Shanghai a New York, a New Delhi, per condividere e scambiare opinioni intorno a ciò che i nostri vini, pur così caratteristici e legati alla terra dove nascono, la Toscana, hanno da raccontare al mondo intero, nei diversi angoli del globo".
Paolo Panerai