Impegno Sociale
In coerenza con la vision di sostenibilità ambientale sviluppata a Castellare di Castellina ed a Rocca di Frassinello, Feudi del Pisciotto si è spinta ancora oltre nel farsi attivamente promotrice di un impegno sociale nei confronti del territorio che la ospita.
E se Castellare di Castellina e Rocca di Frassinello si trovano in due zone diverse della celebratissima Toscana, Feudi del Pisciotto si trova in Sicilia, una regione che in termini di patrimonio artistico e culturale è più che competitiva. Semmai quel che è difficile, per i tanti monumenti e opere d’arte dell’isola, è di essere degnamente conservati e valorizzati.
Per questo Feudi del Pisciotto si è fatta promotrice di un’iniziativa che, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e con il contributo attivo e generoso dei più importanti stilisti italiani, ha dato vita alla Collezione Grandi Stilisti. Una linea di grandi vini vestiti con etichette realizzate da celebri firme del Made in Italy come, Vesace, Valentino, Ferrè, Giambattista Valli, Alberta Ferretti e Missoni, parte del cui ricavato viene destinato al restauro di un’opera d’arte tra le tante presenti sull’isola, avendo gli stilisti rinunciato alle royalties.
Grazie a questo progetto è stato realizzato proprio il restauro di un trittico di stucchi di Giacomo Serpotta, artista tra i più notevoli del barocco siciliano, dedicato a Dio e chiamato l’Eterno. Proprio il nome che ha battezzato il 100% Pinot Nero che, su intuizione di Giacomo Tachis, Feudi del Pisciotto ha iniziato a produrre dalla vendemmia 2011 e che in etichetta riporta proprio un particolare dell’opera.
A partire dal biennio 2004-2005, quando il Punteruolo fece la sua comparsa dapprima in Liguria e poi quasi contemporaneamente in Sicilia e in altre regioni, inclusa Roma, per poi diffondersi rapidamente in tutta la penisola, le palme presenti sul territorio italiano hanno conosciuto la peggiore minaccia della loro storia plurisecolare se si pensa che nella sola Sicilia sono stati già persi oltre 30 mila esemplari. Gurra di Mare ha deciso di devolvere parte del ricavato della vendita del proprio vino e olio alla definizione di un protocollo di intervento per prevenire il diffondersi di questo vero e proprio flagello. Mentre altrove il Punteruolo è noto per i danni causati alle coltivazioni di palme da cocco (Cocos nucifera) e da datteri (Phoenix dactylifera), in Sicilia si sviluppa quasi principalmente a spese della Palma delle Canarie (Phoenix canariensis) che, peraltro, è la specie di palma di gran lunga più diffusa sia negli spazi pubblici sia nei giardini privati e offre condizioni particolarmente favorevoli all’insediamento dell’insetto. Il lavoro del prof. Attilio Carapezza pubblicato sul sito ilpunteruolorosso.it offre una sistematica analisi del fenomeno e i migliori consigli per la sua prevenzione.