“Il Cru più importante di Castellare di Castellina. Solo vitigni autoctoni, Sangioveto e Malvasia Nera, per il primo vino italiano nella TOP 100 di Wine Spectator.”
Scopri“Merlot in purezza di finezza assoluta. Un vino di culto, realizzato in poche pregiatissime bottiglie.”
Scopri“100% Cabernet Sauvignon: un vino di grande stoffa, che mostra un carattere chiantigiano di intensa freschezza ed eleganza.”
Scopri“Un cru aziendale ottenuto da una selezione delle uve che nascono dalla vigna Il Poggiale. Una delle migliori di Castellare di Castellina.”
Scopri“Una selezione attenta delle migliori uve della proprietà, per ottenere da ogni annata un vino che interpreti al meglio il terroir del Chianti Classico.”
Scopri“Solo vitigni autoctoni per essere fedeli alla formula tradizionale di questo grande vino. Un motivo d’orgoglio per Castellare di Castellina.”
Scopri“Un vino che tiene viva la tradizione enologica del metodo di vinificazione del Governo alla Toscana. Una storia antica, che Castellare di Castellina non ha mai smesso di raccontare.”
Scopri“I Sodi di S. Niccolò, Poggio ai Merli, Coniale: il meglio della produzione di Castellare di Castellina unito in blend per la terza volta nella sua storia.”
Scopri“Un vino in cui la profondità dello Chardonnay e gli aromi del Sauvignon blanc si fondono in un insieme sapido e armonico.”
Scopri“Piante di oltre 30 anni nella vigna del Canonico, per produrre uno Chardonnay fermentato in barrique con uno stile che guarda alla Borgogna.”
Scopri“Un Sauvignon Blanc fermentato in barrique, di personalità e carattere, che si distingue splendidamente per eleganza e armonia.”
Scopri“Fatto nel rispetto più rigoroso della tradizione, con i grappoli di Malvasia bianca e Trebbiano fatti appassire nella graziosa Vinsantaia di Castellare di Castellina.”
Scopri“La Grappa di Castellare è prodotta da vinacce di Sangioveto, portate a vinificazione nel giro di 36 ore, mantenendo così la freschezza dei profumi e le note tipiche del vitigno.”
Scopri“L’Olionovo, l’espressione autentica con cui i contadini definiscono l’olio appena fatto in frantoio. Verde intenso, piccante come da tradizione, vivo e gradevole al palato.”
Scopri“Fatto con vino scelto e seguendo il metodo più raffinato, quello dei trucioli. Una sfida all’inverso per sconfiggere gli aceti sintetici.”
Scopri
Castellare di Castellina non è solo vino, olio EVO, grappa e altri prodotti di qualità, ma anche accoglienza e possibilità di soggiorno in uno degli scenari più affascinanti del Chianti e dell'intera Toscana. All'interno della proprietà, circondati dai vigneti di Castellare è infatti possibile trascorrere vacanze di rara qualità in un complesso rurale ristrutturato con i criteri brandiani, fissati dal critico d’arte Cesare Brandi: cioè conservando il più possibile nel rispetto degli stili di vita moderni.
Villa delle Upupe, dal nome degli straordinari uccelli che nidificano nella zona, è su una delle colline che compongono l'anfiteatro naturale di Castellare, e si affaccia su un paesaggio raro che si colora di rosso al tramonto. All’interno ogni ambiente, dalle avvolgenti ed intime camere da letto all’accogliente zona giorno è stato curato nei minimi dettagli, con arredi raffinati ed accessori di pregio, abbinati a splendide tappezzerie che richiamano le inconfondibili sfumature cromatiche della campagna senese. Frutto di un accorto intervento di ristrutturazione, questo casale reinterpreta la classica architettura toscana, adattandosi al terreno in pendenza che lo accoglie e grazie a cui la comunicazione con gli spazi esterni è garantita da entrambi i piani da cui è composto. Ad arricchire ulteriormente il piacere del soggiorno una piscina privata circondata dal verde del giardino, con una vista a ponente che dall’altro versante della vallata arriva sino a San Gimignano dalle belle torri, i grattacieli dell’antichità. La Villa può ospitare comodamente fino a 8 persone.
Prenota o regala un'esperienza
Castellare di Castellina è nata dall’unione di quattro poderi (Castellare, Caselle, San Niccolò e Le Case) realizzata da Paolo Panerai con l’obiettivo di produrre vino della migliore qualità possibile. Erano gli anni 70 in cui era iniziato il cosiddetto Rinascimento del vino italiano. Un Rinascimento a cui Castellare ha avuto modo di dare il proprio contributo, tenendo insieme tradizione e innovazione. La tradizione nella cura delle vigne e dei terreni, distinti tra campi e sodi (laddove campi sono i terreni più facili da lavorare e sodi gli appezzamenti più duri ma migliori per la coltivazione della vite), nella scelta di produrre ancora un vino secondo il metodo del governo alla toscana, di rispettare il Chianti Classico usando solo vitigni autoctoni e di produrre un grande vino, riconosciuto a livello internazionale come uno dei più grandi rossi al mondo, usando solo vitigni autoctoni toscani. L’innovazione è stata perseguita in primo luogo con la realizzazione del primo vigneto sperimentale del Chianti insieme all’Università di Milano, guidata dal Professor Attilio Scienza, e all’Università di Firenze per attuare la prima selezione scientifica dei cloni del Sangiovese (qui chiamato Sangioveto). E poi con l’introduzione dell’uso della barrique in seguito a studi attenti e ai consigli di Emile Peynaud, il più celebre enologo che si ricordi, oltre alla cura costante di ogni processo di cantina che continua ancora oggi in quel lavoro incessante e sempre nuovo che è il produrre vini di qualità. Una storia che dimostra come tradizione, anche nelle strutture, e innovazione possano far ottenere il meglio dalla terra e mostrare alle nuove generazioni quanto sia stata dura ma fondamentale per il paesaggio straordinario del Chianti il lavoro e la vita dei Mezzadri, cioè coloro che conducevano i poderi senza esserne né padroni né operai. Ai Mezzadri, alla loro opera, Castellare ha dedicato una scultura di Matteo Spender installata nel centro di Castellina. Le due foto del grande ritrattista Giuseppe Pino illustrano quel sacrificio ma anche quella gioia che produrre vino porta con sé.
Castellare di Castellina, nel cuore del territorio del Chianti Classico ha in totale 80 ettari, di cui 20 a uliveto. Quelli a vigneto sono 33, situati sulle colline di un anfiteatro naturale, esposto a sud-est, con un’altitudine media di 370 metri sul livello del mare. Le vigne hanno un’età fra 7 e oltre 45 anni e le rese per ettaro a Castellare sono molto basse, per ottenere il massimo della qualità. Un’ottima esposizione al sole, un buon drenaggio dell’acqua, un suolo misto di marne calcaree, galestro e poca argilla danno vini, sia rossi che bianchi, molto ben strutturati, intensi e adatti a un lungo invecchiamento in bottiglia. Il censimento delle viti, intrapreso nel 1979, ha consentito, grazie ai risultati del vigneto sperimentale e alla micro vinificazioni effettuate e comparate, di reinnestare sia il Sangioveto che la Malvasia Nera con i migliori cloni emersi dal lavoro scientifico dei due assistenti del Professor Scienza per i quali Castellare aveva istituito due borse di studio per dottorato di ricerca. Con quel lavoro e con l’incoraggiamento del Professor Peynaud a lavorare sul Sangioveto oggi le vigne di Castellare hanno i cloni migliori per quel terroir. Nelle vigne di Castellare non si usano prodotti chimici di sintesi per il rispetto della natura e per fare vini organici. Questa filosofia è testimoniata dalle etichette che hanno ogni anno il disegno di un uccello diverso, sempre più raro per l’uso indiscriminato di veleni e diserbanti nelle vigne.
La cantina di Castellare è strutturalmente cresciuta nel tempo man mano che la produzione è aumentata. In passato era composta solo da vasche in cemento che avevano una capacità di produzione di circa 200 mila bottiglie all’anno; oggi arriva a produrre circa 400 mila bottiglie. Quando è iniziata l’epoca delle vasche in acciaio termo condizionate per vinificare, è stata costruita, senza alterare lo stile di edifici secolari, una nuova cantina. Ma grazie ai consigli del più grande enologo italiano, Giacomo Tachis, ci siamo guardati bene da eliminare le vasche di cemento. Sono state vetrificate e vengono usate, in base ai principi di Tachis, per far transitare lì i vini per alcuni mesi prima dell’imbottigliamento. Infatti, Tachis ha dimostrato che il cemento ha la capacità di rendere più coesi, più una cosa sola i vari componenti del vino. Nella cantina di Castellare sono arrivate, fra le prime in Italia, le piccole botti di rovere francese. Tutti le chiamano barrique; Luigi Veronelli, rivendicando il primato del proverbio italiano secondo cui “il vino migliore sta nelle botti piccole” le chiamava carati. A Castellare sono arrivate prima che altrove grazie alla società Compagnie vinicole conseille, fondata da Paolo Panerai con il Barone Edmond de Rothschild, maggior singolo azionista di Chateau Lafite per la diffusione della migliore tecnologia vinicola. La Compagnie ha pubblicato il manuale pratico 100 Domande e 100 risposte sulle barrique, un’intervista al professor Peynaud.
Strada Provinciale di Castagnoli SP 130
Loc. Caselle
Castellina in Chianti (Siena)
Tel: +39.0577.742903 - +39.0577.740490
Fax: +39.0577.742814
e-mail: info@castellare.it
Il Wine Shop della cantina segue gli orari:
- 10:00/13:00 - 14:00/18:00 tutti i giorni (solo il venerdì 10:00/13:00 - 14:00/17:00) da novembre ad aprile
- 10:00/13:00 - 14:00/19:00 tutti i giorni (solo il venerdì 10:00/13:00 - 14:00/18:00) da maggio a ottobre
Vi aspettiamo, inoltre, per una visita guidata alle nostre cantine.
Per informazioni e prenotazioni, vai alle nostre WINE EXPERIENCE.
In alternativa, contattaci al numero 0577 742903 o via email al seguente indirizzo: visite@castellare.it.
La prenotazione è obbligatoria.